Il PNRR e l’Istruzione e la Ricerca

Le gravi carenze strutturali nell’offerta di servizi di educazione e istruzione primarie è uno dei più gravi problemi che interessano il sistema formativo, educativo e scolastico italiano, con un divario notevole rispetto agli standard europei. Il rapporto tra posti disponibili negli asili nido e il numero di bambini di età compresa tra 0 e 2 anni si colloca nel nostro Paese in media al 25,5%, ovvero 7,5 punti percentuali al di sotto dell’obiettivo europeo del 33% e 9,6 punti percentuali al di sotto della media europea. Il 46,1% delle famiglie italiane chiede di poter fruire del servizio di tempo pieno nelle scuole primarie, con le percentuali più alte in Piemonte, Emilia-Romagna e Lazio.

E’ alto il tasso di abbandono scolastico, soprattutto in alcune aree del Paese, in cui raggiunge il 3,8% nelle scuole medie, dove è fortemente correlato a diseguaglianze di reddito e ad un maggior tasso di povertà, ed aumenta considerevolmente nei cicli di istruzione successiva.  La percentuale di giovani compresi tra 18 e 24 anni che hanno un livello di istruzione non superiore a quello secondario di primo grado è, in Italia, del 14,5%, mentre la media europea è pari al 10%. Gli studenti italiani di 15 anni si collocano al di sotto della media OCSE in lettura, matematica e scienze, con ampie differenze territoriali che documentano risultati migliori della media OCSE al Nord ma molto inferiori al Sud.

A questo si aggiunge una bassa percentuale di adulti con un titolo di studio terziario. La percentuale di popolazione di età compresa tra i 25 e i 34 anni in possesso di un titolo di studio di livello terziario è pari al 28% rispetto al 44% di media nei paesi dell’OCSE.

L’Italia è fanalino di coda anche in Ricerca e Sviluppo, e rimane distante dalle performance di altri Paesi, facendo registrare una percentuale di spesa in R&S rispetto al Pil dell’1,4% nel 2018, decisamente più bassa della media OCSE (2,4%), tanto nel settore pubblico quanto nel privato.

PNRR per scuola e istruzione

Il governo Draghi ha inserito tra le priorità del PNRR l’istruzione e la ricerca.  Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza stanzia complessivamente 31,9 miliardi di euro, di cui 30,9 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 1 miliardo dal Fondo.

Il Piano investe negli asili nido, nelle scuole materne, nei servizi di educazione e cura per l’infanzia, crea 152mila posti per i bambini fino a 3 anni e 76mila per i bambini tra i 3 e i 6 anni, 228mila totali, e prevede la riqualificazione e la messa in sicurezza di istituti già esistenti.  La misura mira a finanziare l’estensione del tempo pieno scolastico per ampliare l’offerta formativa delle scuole e renderle sempre più aperte al territorio anche oltre l’orario scolastico e accogliere le necessità di conciliazione vita personale e lavorativa delle famiglie, con particolare attenzione per le mamme. Con questo progetto si persegue l’attuazione graduale del tempo pieno, anche attraverso la costruzione o la ristrutturazione degli spazi delle mense per un totale di circa 1.000 edifici entro il 2026.

Il piano prevede anche una riforma dell’orientamento, dei programmi di dottorato e dei corsi di laurea, ad esempio con l’aggiornamento della disciplina dei dottorati e un loro aumento di circa 3mila unità.

Nel PNRR, gli interventi principali sull’istruzione e la ricerca riguardano soprattutto:

  • miglioramento qualitativo e ampliamento quantitativo dei servizi di istruzione, a partire dal rafforzamento dell’offerta di asili nido, scuole materne e servizi di educazione e cura per la prima infanzia
  • sviluppo e rafforzamento dell’istruzione professionalizzante
  • processi di reclutamento e di formazione degli insegnanti
  • riforma e ampliamento dei dottorati
  • rafforzamento della ricerca e la diffusione di modelli innovativi per la ricerca di base e applicata condotta in sinergia tra università e imprese