È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Legge 234 del 30 dicembre 2021 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e al bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024”.

Sulla scuola il testo definitivamente approvato presenta alcuni miglioramenti, frutto della mobilitazione che abbiamo lanciato in tutto il Paese e che ha visto il suo culmine nello sciopero del 10 dicembre, ma ancora gravissime carenze. Noi non ci accontentiamo, lo abbiamo detto e lo ribadiamo.  Da subito chiediamo un intervento straordinario sulla scuola che dia risposte a tutti i punti della nostra piattaforma insieme alle altre organizzazioni che, come la nostra, vogliono continuare a lottare.

Sull’università è confermato il cambio di passo sulle risorse investite (che arrivano a regime, dal 2026, a 865 milioni annui), frutto delle proposte e delle mobilitazioni di cui la FLC CGIL è stata protagonista in questi mesi e anni.

Anche sulla ricerca dal punto di vista dei finanziamenti c’è un’inversione di tendenza ma con una impostazione totalmente sbagliata. Manca una visione unitaria dell’intero sistema e anche le risorse destinate alla valorizzazione del personale sono destinate esclusivamente agli enti vigilati dal MUR.

È previsto un contributo complessivo di 60 milioni a decorrere dal 2022 che diventano 80 milioni a decorrere dal 2023 al Consiglio nazionale delle ricerche. Queste risorse sono però in qualche modo subordinate ad nuovo ed ennesimo piano di riforma dell’ente che dovrà essere vagliato da una sorta di organismo esterno che sembra tanto di natura commissariale. Questo metodo limita l’autonomia e indipendenza del più grande Ente di ricerca del Paese, esautora e marginalizza gli organi statutari e con essi la rappresentanza dei lavoratori in essi presenti (garantita dalla legge 218/16) e soprattutto ignora la comunità scientifica interna con la proposizione di una riorganizzazione che ancora una volta viene calata dall’alto, con obiettivi per altro neanche definiti.

Sull’AFAM vengono stanziate risorse aggiuntive per l’introduzione di nuovi profili professionali negli istituti oggetto di statizzazione, istituito un piccolo fondo per la valorizzazione del personale, reintrodotti i compensi per i presidenti e i nuclei di valutazione delle istituzioni. Interventi limitati in attesa di dare concreta attuazione ai significativi impegni previsti nella precedente legge di bilancio.